
Verifactu e le nuove scadenze: cosa cambia, cosa resta e cosa devi sapere
Verifactu è il nome con cui si conosce la normativa promossa dall’AEAT, nel quadro della Ley Antifraude, che disciplina i sistemi informatici di fatturazione per garantire la tracciabilità e impedire manipolazioni (RRSIF). Fino ad oggi, le scadenze per l’uso di sistemi antifrode erano il 1° gennaio 2026 per le società e il 1° luglio 2026 per gli altri contribuenti, a condizione che non fossero soggetti al Suministro Inmediato de Información (SII).
Ma prima di entrare nel merito di ciò che è cambiato, partiamo dall’ovvio: molte aziende, professionisti e fornitori software hanno già investito tempo, denaro e risorse per adeguarsi prima della data. Riunioni, sviluppi, integrazioni, test, consulenza legale, cambi dei processi interni… e ora, all’improvviso, un nuovo cambio di rotta. È normale sentirsi stanchi e confusi su cosa succederà da qui in poi.
Nuove scadenze relative alla compliance Verifactu
Dopo il Consiglio dei Ministri del 2 dicembre è stata comunicata una modifica delle scadenze per i contribuenti. Mercoledì 3 dicembre è stato pubblicato il Real Decreto sul BOE, che conferma l’estensione dei termini per l’uso obbligatorio di Verifactu:
- 1° gennaio 2027: per chi è soggetto all’Imposta sulle Società
- 1° luglio 2027: per gli altri contribuenti
Ora: cosa significa questo aggiornamento e quali implicazioni avrà? A questo punto, la cosa più importante è chiarire cosa cambia e cosa resta invariato.
Cosa cambia: più margine per chi è in ritardo
Questo adeguamento del calendario significa che, in pratica, chi non aveva ancora iniziato la transizione a Verifactu avrà più margine per adeguarsi in tempo. In altre parole, non è un rinvio della norma, ma un’estensione delle scadenze massime per chi è rimasto indietro, che avrà 12 mesi in più per arrivare preparato.
Ed è importante, perché il rischio di un’interpretazione sbagliata è reale: fermarsi al titolo “non è obbligatorio fino al 2027” può dare una falsa sensazione di tranquillità e, in molti casi, trasformarsi in un problema.
Cosa resta: il software doveva essere pronto già da luglio 2025
Ecco il messaggio da rendere molto chiaro: l’entrata in vigore per produttori e fornitori di software di fatturazione è già partita il 29 luglio 2025. Questo non è cambiato, e lo si vede direttamente nel Real Decreto del 3 dicembre:
“I soggetti obbligati dall’articolo 3.2 (produttori di software), in relazione alle attività di produzione e commercializzazione dei sistemi informatici, dovranno offrire prodotti pienamente conformi al regolamento entro un termine massimo di nove mesi dall’entrata in vigore dell’ordine ministeriale di cui alla disposizione finale terza del presente Real Decreto, fatto salvo l’obbligo di adeguamento dei sistemi inclusi in contratti di manutenzione pluriennale secondo le date indicate in precedenza.”
Questo significa che qualsiasi azienda che acquisti, cambi o aggiorni il proprio Sistema Informatico di Fatturazione deve farlo con un software già adeguato ai requisiti antifrode.
Come indicato nella tabella di pagina 5 delle FAQ dell’AEAT (tabella a pagina 5):
“(…) il 29/07/2025, data a partire dalla quale i produttori e i commercializzatori di sistemi informatici di fatturazione (SIF) sono obbligati a fornire esclusivamente SIF adeguati, salvo nel caso di contratti di manutenzione in essere (…). Questa è una data chiave per produttori e commercializzatori.”
In sintesi: anche se c’è più margine a chi non arriva in tempo alle scadenze, il mercato software non può permettersi di rallentare L’obbligo di avere software conforme non solo resta, ma diventa ancora più decisivo.
Contratti di manutenzione pluriennale: più “cuscinetto”… ma con cautela
Inoltre, si pone un’attenzione particolare ai contratti di manutenzione pluriennale: sono il caso principale in cui può esserci più flessibilità, ma non vanno confusi con una proroga generale.
L’idea “non è obbligatorio fino al 2027” può suonare comoda, ma nella pratica può rimandare decisioni critiche (migrazione, aggiornamento, scelta del fornitore) e aumentare il rischio quando arriverà il momento di rispettare davvero l’obbligo, con meno margine operativo di quanto sembri oggi.
Prossimi passi: adozione più graduale, ma Verifactu non si ferma
In generale, il nuovo calendario consente un’adozione più graduale per chi era in ritardo, ma Verifactu resta in marcia. Non si tratta di spegnere la macchina: significa guadagnare tempo per fare le cose bene. Questa proroga ti permetterà di avere più tempo per::
- Testare le integrazioni con più controllo, senza urgenze dell’ultimo minuto.
- Rifinire processi interni, formazione e supporto.
- Validare dati e scenari reali, prima che la compliance diventi una corsa contro il tempo per i contribuenti.
La chiave è cogliere la sfumatura: la norma non è stata fermata; è stata semplicemente aperta una finestra aggiuntiva per recuperare i ritardi. Non è in alcun modo un invito a fermarsi per chi è già conforme.
Ora più che mai: scegliere il partner giusto è fondamentale
Questo cambiamento di calendario può essere una buona notizia per chi aveva bisogno di “aria”, ma è anche un promemoria: cambi e sfumature normative esistono e possono impattare costi, roadmap e rischi.
Per questo, ora più che mai, è fondamentale scegliere un partner di fiducia che ti resti accanto lungo il percorso. Stiamo constatando che lo sviluppo interno, che sulla carta può sembrare l’opzione più economica, si trasforma rapidamente in un costo concreto: personale, manutenzione, incertezza, cambiamenti imprevisti…
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