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I 4 miti più comuni sull'implementazione degli scontrini digitali

Stefan Kohlbacher,  Product Manager Scontrino Digitale
Stefan Kohlbacher
Product Manager Scontrino Digitale
4 min tempo per leggere

A seguito della richiesta politica di abolire l'obbligo di emettere ricevute per importi inferiori a 30 €, l'argomento è attualmente oggetto di un'intensa discussione sui media austriaci. Nel processo, anche il potenziale delle ricevute digitali ha guadagnato maggiore attenzione.

In qualità di product manager per le ricevute digitali di fiskaly ed esperto di fiscalizzazione, Stefan Kohlbacher conosce molto bene i dettagli sull'argomento. In questo articolo, chiarisce alcuni dei miti sull'implementazione delle ricevute digitali che vengono spesso menzionati nelle discussioni pubbliche.

Mito 1: digitalizzare le ricevute è costoso e richiede tempo

L'ipotesi comune che l'implementazione di ricevute digitali comporti un elevato sforzo finanziario per i commercianti ed è quindi riservata ai grandi protagonisti del mercato non è vera. Le soluzioni per le ricevute digitali non sono costose. Inoltre, è possibile utilizzare i sussidi agli investimenti esistenti nell'area della digitalizzazione, come quelli forniti da Austria Wirtschaftsservice e Vienna Business Agency. Inoltre, non va dimenticato che l'uso delle ricevute digitali consente sicuramente di risparmiare sui costi dell'hardware e delle operazioni.

Mito 2: i clienti devono fornire i propri dati quando utilizzano gli scontrini digitali

La trasmissione completamente anonima tramite la scansione dei codici QR è possibile in qualsiasi momento e a costi contenuti. Il fatto che la raccolta e l'archiviazione in relazione ai dati personali (ad esempio app dei clienti, ecc.) portino ulteriori vantaggi per i rivenditori, ma anche per i consumatori, è ovviamente una questione diversa.

Mito 3: gli scontrini digitali aumentano i tempi di attesa al momento del pagamento

In alcuni settori, l'elaborazione dei pagamenti al momento del pagamento verrebbe notevolmente rallentata. Ciò può accadere se i dati personali devono prima essere acquisiti in modo dispendioso in termini di tempo, ma non se la consegna di una ricevuta digitale funziona tramite codice QR o, ancora meglio, con l'integrazione bancaria diretta.

Mito 4: lo scontrino digitale non viene inviato automaticamente all'ufficio delle imposte

Un obbligo di emissione di ricevute conforme alla legge nell'ambito della Registrierkassensicherheitsverordnung (RKSV) austriaca è garantito anche dalle ricevute digitali. È anche vero che ogni registratore di cassa è collegato direttamente al Ministero delle Finanze tramite un'interfaccia, ma questa viene utilizzata solo per registrare il registratore di cassa e i suoi dispositivi di sicurezza, nonché la loro configurazione. Una trasmissione per transazione o ricevuta non avviene in questo modo.

Il limite proposto di 30 euro per l'obbligo di emissione degli scontrini rappresenta quindi, a mio avviso, una sfida per tutte le parti coinvolte: l'eliminazione di un grande volume di ricevute significa anche l'eliminazione di un aspetto importante del ciclo di audit precedentemente previsto e può innescare un requisito di tempo significativamente più elevato sia per le autorità fiscali che per l'esercente, nonché una potenziale interruzione delle operazioni commerciali.

– Stefan Kohlbacher, Product Manager per le ricevute digitali di fiskaly

In ogni caso, il dibattito sulle ricevute rimane entusiasmante ed è assolutamente attuale. Le ricevute digitali sono una soluzione eccellente con molti vantaggi, ma alcune sfide per un'implementazione e una conversione senza attriti devono ancora essere superate. Non vediamo l'ora di dialogare!

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Con la nostra soluzione per l'emissione di ricevute digitali, noi di fiskaly ci focalizziamo sul valore aggiunto e sui servizi integrativi, come l'offerta di collaborazioni a 360 gradi. Abbiamo ottenuto il nostro primo grande successo con Google, ovvero la possibilità di archiviare le ricevute elettroniche su Google Wallet™.